LE 4 C
Di seguito potete trovare la spiegazione delle “4 C”, ossia
le caratteristiche che determinano il valore di un diamante.4
C’s |
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Peso (Carat) |
L'unita' di misura di peso per i Diamanti e le pietre
preziose in generale e' il Carato metrico che equivale a
0,200 grammi.
Ma
nemmeno una unità' così piccola e' abbastanza precisa per
qualcosa di così prezioso. Anche nei diamanti relativamente
poco costosi le frazioni di carato equivalgono a differenze
di centinaia di euro, per questo motivo nell'industria del
diamante il peso delle gemme viene misurato fino al
millesimo di carato e poi arrotondato alla centinaia,
commercialmente chiamata "punto".
Esempio: una gemma di 0,70 carati verrà commercialmente
descritta come "un 70 punti" Il termine carato deriva dall'
arabo "qirat" o seme di carrubo che veniva usato in
antichità come unità di misura, grazie alla forma e peso
costanti dei suoi semi.
Il
prezzo del diamante, che viene espresso al carato, non
aumenta mai in maniera matematica in relazione al suo peso.
Quindi un diamante del peso di due carati non costa il
doppio di una pietra di un carato della stessa qualità ma
molto di più. Non bisogna confondere il carato per la
misurazione del peso delle gemme con il "carato titolo
dell'oro". Il "carato titolo" indica la purezza dell'oro, ad
esempio: L'oro Puro viene descritto a 24 Kt (carati), mentre
la descrizione 18 Kt (diciotto carati) significa che nella
lega sono presenti 18 parti di oro e 6 parti di altri
metalli.
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Il peso di un diamante è espresso in
carati. 1 carato = 0,2 grammi |
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.05 |
.10 |
.15 |
.20 |
.25 |
.50 |
.75 |
1.00 |
1.25 |
1.50 |
1.75 |
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2.00 |
2.50 |
3.00 |
4.00 |
5.00 |
7.00 |
A seconda delle impostazioni del monitor, le misure indicate
potrebbero non essere esatte. Verificare che lo schermo sia impostato su
1020 pixel. |
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Colore (Colour) |
Il Diamante
solitamente, risulta ai nostri occhi come incolore, ma di diamanti
veramente incolori in commercio se ne trovano pochissimi, poiché
presentano quasi tutti, in impercettibili variazioni di intensità, una
sfumatura solitamente giallastra. Vista l'impercettibilità delle
distinzioni fra i vari gradi di colore all'interno della gamma
commerciale, e la differenza di prezzo tra una categoria ed un'altra,
questa terza "C" e' forse la più difficile da determinare, necessità
quindi di attrezzature sofisticate e un alto livello di professionalità.
Quindi più' i diamante e' incolore, più aumenta il suo valore. La classificazione del colore viene
eseguita mediante l’uso di una scala di confronto denominata “master stones” in condizioni di luce artificiale standardizzata, equivalente
alla luce del giorno nelle regioni settentrionali.
I colori indicati servono solo a mostrare le differenze nelle sfumature.
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K |
L |
M |
N-O |
P-R |
S-Z |
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bianco colorito |
colorito |
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Purezza (Clarity) |
Un diamante è privo di imperfezioni se,
dopo esame a 10 ingrandimenti da parte di una persona qualificata in
condizioni di illuminazione normali, è stato trovato privo di
“inclusioni” o caratteristiche interne. Gli altri criteri che
determinano il grado di purezza sono le dimensioni, la posizione, la
brillantezza e il numero di inclusioni. Le caratteristiche esterne e i
fenomeni strutturali possono essere indicati come “segni di
identificazione” o “commenti”. Il livello di purezza più basso della
scala (indicato da una p per “piqué”) si riferisce a inclusioni visibili
a occhio nudo da parte di una persona qualificata.
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IF
(internally flawless o internamente puro) : |
esente da caratteristiche
interne a 10x |
VVS 1- VVS 2
(very very small o piccolissime). |
Inclusioni estremamente
difficili da rilevare con una lente a 10x. |
VS1 - VS2
(very small o molto piccole) |
Lievissime inclusioni
difficili da rilevare con una lente a 10x.
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SI1 - SI2
(small inclusions o piccole inclusioni). |
Piccole inclusioni facili
da rilevare con una lente a 10x.
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P1 (I1)
( I° Piqué ) |
Inclusioni visibili
immediatamente con una lente a 10x e difficili da rilevare ad
occhio nudo attraverso la corona. |
P2 (I2)
(II° Piqué). |
Inclusioni grandi e
numerose, facilmente visibili a occhio nudo attraverso la
corona.
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P3 (I3)
(III° Piqué) |
Inclusioni grandi e
numerose, molto facilmente visibili a occhio nudo attraverso la
corona. Riduzione sensibile della brillantezza del diamante.
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Taglio (Cut) |
Il taglio è molto
importante perché un parametro che influenza in modo significativo la
luminosità e di conseguenza la bellezza di un diamante. Dalle
proporzioni del taglio deriva buona parte della bellezza della pietra,
la sua luminosità (brillantezza), la sua lucentezza (scintillio), il suo
fuoco (gioco di colori). La luce deve quindi entrare nella pietra,
riflettersi sulle faccette di padiglione e uscire nuovamente della parte
superiore per essere vista dall'osservatore (luminosità ). La luce deve
anche subire riflessione sulla superficie esterna (lucentezza) e
rifrazione con dispersione, in modo da scindersi nelle sue componenti
monocromatiche (fuoco).
Il
taglio può essere
descritto come il contributo dell'uomo alla bellezza
di un diamante.
Esso incide sugli altri standards qualitativi che
abbiamo visto sino ad ora, ad esempio, esaltare il
colore o nascondere alcune inclusioni. La
professionalità ed il talento del tagliatore devono
misurarsi con un compromesso molto importante:
brillantezza ottimale del diamante tagliato e massima
ritenzione di peso dal grezzo.

La
brillantezza e' in buona parte condizionata dalle
proporzioni tra ogni faccetta della pietra stessa.
Riuscendo a rispettarle il ritorno di luce e' massimo e
non accade ciò' che si può vedere nelle fotografie
seguenti.

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Si distinguono cinque elementi fondamentali del taglio
• La tavola, che corrisponde normalmente alla superficie più estesa di
una gemma sfaccettata;
• La corona, l’ insieme di faccette poste nella parte superiore della
gemma;
• La cintura, che delimita la parte superiore da quella inferiore;
• Il padiglione, l'insieme delle faccette della parte inferiore;
• L'apice
E’ evidente che per ottenere un
taglio perfetto bisogna sacrificare peso e dimensioni
della pietra
a discapito del prezzo che quindi risulta
obbligatoriamente più elevato.

Studi approfonditi a livello
internazionale hanno portato a determinare gli elementi
che risultano fondamentali
per la valutazione ottimale del taglio di un diamante:
Table
diameter percentage
- La proporzione della larghezza della tavola rispetto
al diametro della forma del taglio brillante (rotondo)
Crown height percentage
- La proporzione dell’altezza della corona rispetto al
diametro della forma del taglio brillante (rotondo)
Pavillon depht percentage
- La proporzione della profondità del padiglione
rispetto al diametro della forma del taglio brillante
(rotondo)
- L’angolo della corona e l’angolo del padiglione sono
della più grande importanza
per il riflesso ed il fuoco del diamante. Gli angoli non
sono misurati direttamente determinando le proporzioni,
ma possono essere dedotti dai tre rapporti di base.

In considerazione di ciò risulta evidente che esistono
tutti gli elementi per una corretta valutazione della
bontà di taglio di
un diamante, valutazione che non può non tenere comunque
conto delle preferenze esistenti in alcune aree
geografiche.
approfondimento
TAGLIO IDEALE
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Alcuni tagli comuni dei diamanti. |
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