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MILLENNIUM STAR Immaginate un diamante così perfetto e così grosso da non riuscire ad essere valutato dagli esperti mondiali di diamanti. Stiamo parlando del Millennium Star.
Il diamante fu scoperto nella Repubblica del Congo. La De Beers lo
acquistò all'inizio degli anni novanta. Ci vollero più di tre anni
perché i suoi tagliatori riuscissero a dare una forma al diamante
con il laser. Il risultato fu l'unico diamante di 203 carati del
mondo a forma di goccia privo di imperfezioni sia internamente che
esternamente. Harry Oppenheimer, il decano dell'industria dei
diamanti, descrive il Millennium Star come "il diamante più bello
che io abbia mai visto". KOOH – I - NOOR nessuna pietra sulla terra ha una storia ricca ed affascinante come il Koh-i-noor. La tradizione di questo meraviglioso diamante ebbe inizio nel 1304 quando apparteneva al Ragià di Malwa. Si diceva che chi era in possesso del Koh-i-noor governava il mondo intero. Come ci si può aspettare la lotta per il Koh-i-noor fu spietata. Nel 1738, dopo l'invasione di Delhi, Nadir Scià di Persia se ne impossessò. La leggenda vuole che un membro dell'harem dello Scià Imperatore Mohammed informasse lo Scià Nadir che il gioiello era nascosto nel turbante dell'imperatore.
Durante i festeggiamenti per la vittoria, Nadir fu così intelligente da suggerire che lui e l'imperatore inscenassero un rituale diffuso in oriente che richiedeva ai due capi di scambiarsi i copricapi in segno di sincerità ed amicizia eterna. Più tardi, quella notte lo Scià Nadir srotolò il turbante e vi trovò all'interno la gemma. Non appena la vide esclamò: "Koh-i-noor" che significa "montagna di luce". Lo Scià Nadir portò poi il gioiello in Persia dove rimase fino al 1849 data in cui gli Inglesi procedettero all'annessione del Punjab e s'impossessarono della pietra. Tre anni più tardi si decise quindi di tagliare nuovamente la gemma per esaltarne la luminosità, riducendone i carati da 186 agli attuali 108,93. Recentemente la proprietà legale del Koh-i-noor è stata nuovamente messa in discussione dal momento che i leader mondiali se ne contendono il possesso. Ma vista la storia del Koh-i-noor, probabilmente la situazione non cambierà mai.
La forma irregolare della pietra grezza richiedeva un esperto artigiano che fosse in grado di dischiudere la bellezza innata del diamante senza rovinarlo. Gabi Tolkowsky, uno dei tagliatori più famosi del mondo, che tagliò la pietra come un unico grosso diamante. Tolkowsky non volle fare uso di laser o lame per tagliare il Centenary, perché temeva che il calore e le vibrazioni avrebbero rovinato la lucentezza della pietra; optò quindi per l'antico metodo della sfaldatura (taglio a mano). Quello che rimase della "scatola di fiammiferi" originaria era un diamante di 520 carati. Una volta completato il taglio la gemma pesava 273 carati. Centenary vanta il primato del più grande diamante del mondo con taglio moderno.
La pietra fu rinvenuta nella miniera Premier in Sudafrica. Quando nel 1969 la pietra fu venduta all'asta Cartier se ne impossessò per primo. Il giorno seguente Richard Burton acquistò il diamante dietro pagamento di una somma di denaro sconosciuta per farne regalo alla moglie Elizabeth Taylor che 10 anni più tardi decise di mettere all'asta il Taylor-Burton. Il ricavato della vendita fu devoluto per la fondazione di un ospedale in Botswana. L'ultimo acquisto ufficiale del Taylor-Burton ebbe luogo nel 1979 da parte di un acquirente in Arabia Saudita per circa 3 milioni di dollari.
A
seguito della morte del padre il figlio si tolse la vita e, si dice
che toccò in sorte la morte anche alla persona che trovò il diamante
tra gli averi del giovane suicida. A rafforzare l'influenza negativa
del diamante esiste anche la storia della ballerina delle Folies
Bergère che pare sia stata uccisa sul palco la prima sera che
indossò l'Hope. Verità o fantasia? Difficile dirlo. Vero è che
Cartier trovò un potenziale acquirente, la Signora Evelyn Walsh, la
quale credeva che tutto ciò che si diceva portasse sfortuna avesse
su di lei l'effetto opposto. Grazie ai convincimenti del
gioielliere, la donna acquistò il diamante e la leggenda continuò.
Se la pietra preziosa sembrava non aveva alcun effetto sulla Signora
Walsh, fu la sua famiglia a essere colpita da una serie di
disgrazie, come la morte del fratello della signora, del figlio e
della figlia. Sulla base di tali conoscenze, per quale motivo si
dovrebbe desiderare di possedere lo Hope? Per rispondere
bisognerebbe vedere la gemma. La sua colorazione blu-zaffiro intensa
conferisce alla pietra una bellezza unica che si è dimostrata essere
maggiormente irresistibile della sua pessima reputazione. Il nome di
Hope fu dato al brillante soltanto nel 1762 quando venne acquistato
da un membro della famiglia di banchieri Hope and Co. Nel 1958 Harry
Winston donò il diamante di 44,5 carati alla Smithsonian di
Washington DC, dove è possibile ammirarne la bellezza senza dover
correre i rischi associati al possesso della pietra. |